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Un frammento del Bellum Poenicum di Nevio e un passo dell’Iliade

di Alberto Borghini


A distanza di parecchi anni torno brevemente su un frammento del Bellum Poenicum di Nevio (42 Morel = 46 Flores) al cui proposito avevo parlato di retorica del posto occupato in battaglia:

<< Seseque ei perire mavolunt ibidem / quam cum stupro redire ad suos popularis >>1

In questa sede vorrei semplicemente segnalare quel che mi sembra configurarsi come un modello epico-eroico del frammento in questione: mi riferisco ad un passo dell’omerica Iliade, XI 401 sgg. in cui Odisseo pur di fronte alle gravi difficoltà decide appunto di mantenere il proprio posto in battaglia:

<< Rimase solo Odisseo forte con l’asta, né alcuno / restò con lui degli Argivi, ché tutti aveva preso il terrore; / afflitto disse egli allora al suo cuore magnanimo: / “Ohimè, che fare? gran malanno se fuggo / la folla, sconvolto; più atroce però se son preso / da solo. Gli altri Danai li ha fatti fuggire il Cronide … / Ah! ma come il mio cuore può esitare così? / So che solo i vigliacchi escono dalla battaglia, / ma chi è gagliardo a combattere, questi deve per forza / restare con animo saldo, sia colpito o colpisca”>>2.


Come si dice chiaramente in questi versi “solo i vigliacchi escono dalla battaglia” etc.



1 A. Borghini, Codice antropologico e narrazione letteraria: il comportamento del soldato valoroso (Nevio, Bellum Poenicum fr. 42 M.), in << Lingua e Stile >>, 1, 1979, pp. 165 sgg.

2 Trad. a cura di R. Calzecchi Onesti, Torino, Einaudi 1974 ad loc.