L’unicorno è tipicamente raffigurato come un cavallo bianco dotato di poteri magici, con un unico lungo corno avvolto a spirale sulla fronte. Molte descrizioni attribuiscono all’unicorno anche una coda da leone e degli zoccoli bipartiti. Simbolo di saggezza, nell’immaginario cristiano poteva essere ammansito solo da una vergine, simbolo della purezza. Si credeva che se il corno fosse stato rimosso, l’animale sarebbe morto. Nella tradizione medievale, il corno a spirale è detto alicorno, e gli veniva attribuita la capacità di neutralizzare i veleni. Questa virtù venne desunta dai resoconti di Ctesia sull’unicorno in India, dove sarebbe stato usato dai governanti del luogo per fabbricare coppe in grado di rendere innocui i veleni. Questo essere mitologico era molto diffuso nelle raffigurazioni della civiltà della valle dell’Indo, così come lo era per i Sumeri. Ricompare negli stemmi degli Estensi a Ferrara e dei Borromeo a Milano (noto è l’unicorno rappresentato sui giardini del Palazzo Borromeo sul Lago Maggiore). La pratica dell’uso antivenefico dei corni di unicorno (in realtà probabilmente rari denti di narvalo, corna di orice o falsi costruiti unendo e intagliando ossa di animali diversi) avrà una certa diffusione nell’Europa Medioevale.
Disegno di Vanessa Retti