L’AUTUNNO IN CUI TORNARONO I LUPI con Mario Ferraguti

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20/10/2022 21:00 - 22:00

Giovedì al Museo

L’AUTUNNO IN CUI TORNARONO I LUPI

con Mario Ferraguti

"Conosciamo bene le favole, ce le hanno raccontate così tante volte che ormai non hanno più segreti. Conosciamo i meccanismi, la morale, sappiamo perfettamente chi è il buono e chi è il cattivo: il lupo, naturalmente. Ma è davvero così? Insomma, siamo sicuri che il cattivo sia proprio il lupo?" (Carlo Lucarelli)

Il ritorno del lupo in Appennino e il difficile rapporto fra uomo e natura è al centro del prossimo appuntamento dei Giovedì al Museo, in calendario il 20 ottobre alle ore 21.00, in cui Mario Ferraguti presenterà il suo ultimo libro L’autunno in cui tornarono i lupi (BEE – Bottega Errante Edizioni, Udine, 2022). È possibile assistere all’incontro, organizzato dal Museo Italiano dell’Immaginario Folklorico, sia in presenza, presso la sede di Via Ducale 4 a San Michele, che online, prenotandosi al link: https://bit.ly/ottobre22museo.

Ispirato alla storia vera del ritorno del lupo in Appennino, il romanzo di Mario Ferraguti racconta una paura nuova, sopita nei secoli, la paura che, con un lupo nel bosco appena sopra il paese, riconsegnerà agli uomini la percezione del limite e delle loro fragilità. Nell’autunno del 2004, durante una battuta di caccia al cinghiale, un uomo e un lupo si incontrano; è un evento che, in quei luoghi, non si verifica da quasi un secolo. È da questo momento che i destini degli abitanti di Pieve dei Lampi e del suo bosco sovrastante, cambiano all’improvviso. Donne e uomini affrontano le loro paure più ataviche, reagiscono a qualcosa di sconosciuto ognuno portando con sé le proprie storie, chi in modo razionale, chi scomposto. Ferraguti racconta quel piccolo miracolo che è stato il ritorno del lupo in tutta la penisola, i conflitti tra ricercatori e cacciatori, la gestione del territorio e la sua percezione che, con la presenza del lupo, muta completamente. Attorno si muove un microcosmo legato a tradizioni antiche, quelle dell’Appennino, dove lo sguardo forte è più temuto di un colpo di fucile e gli uomini nominano il loro mondo per addomesticarlo. È sufficiente rompere un equilibrio fragile e delicato, come la confidenza con il bosco, per rendersi conto di come alcune conquiste non siano garantite per sempre.

Mario Ferraguti abita a Faviano Superiore, sulle colline di Parma. Per anni ha percorso l’Appennino alla ricerca di racconti; da questo viaggio ha realizzato, insieme a registi e illustratori, libri e film. Ha pubblicato i romanzi La voce delle case abbandonate (Ediciclo), La ballata del vento (Ediciclo) e, con Giacomo Agnetti, dedicato ai ragazzi, I mostri d’aria (Ediciclo). Nel 2022, Rosa spinacorta (Exorma). Da alcuni testi sono nati spettacoli teatrali come Viaggio tra le figure magiche dell’Appennino e LM15, Storia di un lupo che finirà in Francia più di 1000 km dopo. Collabora con università, centri di studio e ricerca, settimanali e riviste; tra le esperienze più particolari ha realizzato numerosi reportage per “Panorama”, cura una rubrica sulle case abbandonate per “Casantica”, ha tenuto corsi ai medici tirocinanti sulla figura della guaritrice ed è tra gli organizzatori del Piccolo Festival di Antropologia della Montagna (PFAM) che si tiene a Berceto.

Incontro di interesse anche per i docenti . Verrà rilasciato attestato di partecipazione.

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  • 06/11/2025 21:00 - 06/11/2025 22:00

    Giovedì al Museo - Voci di vento e di silenzio - Rolando Alberti

      È la poesia la protagonista della serata del 6 novembre alle ore 21 dei Giovedì al Museo, che si svolgerà in presenza nella Sala della Narrazione del Museo Italiano dell’Immaginario Folklorico, con la presentazione dell’ultima silloge poetica di Rolando Alberti Voci di vento e di silenzio.

    È possibile assistere all’incontro sia in presenza, presso la sede del Museo, in Via Ducale 4 a San Michele, che online, prenotandosi al link: https://tinyurl.com/museonovembre25

    In questa nuova raccolta, che segue a dodici anni di distanza l’opera prima L’estremamente magico, Rolando Alberti scende ancor più in profondità nell’esplorare il rapporto magico e ancestrale che lo lega ai luoghi della sua terra. La sua è una poesia intessuta di voci e di silenzi, di odori e di rumori, che muovendo dall’esperienza contingente del quotidiano apre squarci vertiginosi verso una dimensione che trascende il tempo e percorre strade spirituali inesplorate, fino all’incontro – non sempre facile – con la presenza pervasiva del divino.

    Rolando Alberti nasce nel 1971 a Forno, frazione montana del comune di Massa, da una delle ultime famiglie di pastori che perpetuano l’ancestrale pratica dell’alpeggio in quota sulle balze scoscese delle Alpi Apuane, ereditandone il mestiere. Fin dall’infanzia ha manifestato un precoce talento poetico. Alcuni scritti risalenti agli anni della scuola primaria sono stati pubblicati nella raccolta Bambini di Forno. Poesie (Giardini Editore, Pisa 1982). Dalla seconda metà degli anni Novanta ha ripreso a scrivere, producendo una messe di testi confluiti nella sua opera prima L’estremamente magico (Torino, Miraggi Edizioni 2013), premiata nella IV edizione del “Premio Letterario Internazionale Montefiore” per la categoria Gold Book. Una selezione di sue poesie è stata tradotta in francese da François Bordes e pubblicata sul n. 47-48 di L’étrangère. Revue de création et d’essai nel 2018, a cura di Myrto Gondycas e Rossella Saetta Cottone.