Giovedì al Museo “Museo diffuso e patrimonio culturale di una comunità” con Fausto Figone

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10/02/2022 21:00 - 23:00

Fausto Figone, direttore del Museo Diffuso della Cultura Contadina di Velva, borgata del Comune di Castiglione Chiavarese (GE), nell’alta vallata del Petronio, illustrerà come un piccolo paese ormai quasi disabitato è stato trasformato in museo diffuso, facendo di alcuni spazi abitativi, antiche cantine, fondi, scantinati e botteghe artigianali, conservati nello stato originale, le proprie sedi espositive. Si parlerà del Museo come luogo non del capolavoro, bensì dell’oggetto quotidiano, espressione di una comunità e sua memoria collettiva, evidenziando così la complessità di un patrimonio culturale, che viene spesso etichettato come semplice ed elementare. Il Museo viene inteso dunque come chiave di lettura della comunità e della sua storia e di tutto ciò che il passato ha trasmesso all’oggi: strumenti di lavoro, manufatti, ambienti, riti, feste, cibo, leggende ci aiutano a cogliere la specificità delle caratteristiche che la cultura materiale locale ha prodotto anche  attraverso le attività lavorative tradizionali.

 

Fausto Figone, nato a Varese Ligure nel 1944, ex operaio FIT, ex insegnante, è stato Assessore alla Cultura e Sindaco del Comune di Castiglione Chiavarese; attualmente è direttore del Museo Diffuso della Cultura Contadina di Velva. Tra le sue numerose pubblicazioni, le più recenti: Velva, un Santuario e una comunità, Stampaligure 2021; Noè in Val Petronio, la vite e l’uva – Storie di uomini e di vino, Stampaligure, 2021; La fame e la corda; una storia di XVII secolo in una comunità rurale, Stampaligure, 2021; Gente di Castiglione, album di famiglia di una comunità, Stampaligure 2021.

Fausto Figone, direttore del Museo Diffuso della Cultura Contadina di Velva, borgata del Comune di Castiglione Chiavarese (GE), nell’alta vallata del Petronio, illustrerà come un piccolo paese ormai quasi disabitato è stato trasformato in museo diffuso, facendo di alcuni spazi abitativi, antiche cantine, fondi, scantinati e botteghe artigianali, conservati nello stato originale, le proprie sedi espositive. Si parlerà del Museo come luogo non del capolavoro, bensì dell’oggetto quotidiano, espressione di una comunità e sua memoria collettiva, evidenziando così la complessità di un patrimonio culturale, che viene spesso etichettato come semplice ed elementare. Il Museo viene inteso dunque come chiave di lettura della comunità e della sua storia e di tutto ciò che il passato ha trasmesso all’oggi: strumenti di lavoro, manufatti, ambienti, riti, feste, cibo, leggende ci aiutano a cogliere la specificità delle caratteristiche che la cultura materiale locale ha prodotto anche  attraverso le attività lavorative tradizionali.

 

Fausto Figone, nato a Varese Ligure nel 1944, ex operaio FIT, ex insegnante, è stato Assessore alla Cultura e Sindaco del Comune di Castiglione Chiavarese; attualmente è direttore del Museo Diffuso della Cultura Contadina di Velva. Tra le sue numerose pubblicazioni, le più recenti: Velva, un Santuario e una comunità, Stampaligure 2021; Noè in Val Petronio, la vite e l’uva – Storie di uomini e di vino, Stampaligure, 2021; La fame e la corda; una storia di XVII secolo in una comunità rurale, Stampaligure, 2021; Gente di Castiglione, album di famiglia di una comunità, Stampaligure 2021.

 

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  • 15/05/2025 21:00 - 15/05/2025 23:00

    Al folletto, “segreto e rumoroso compagno della vita misera e lussuosa  dei nostri predecessori”, è dedicato l’appuntamento dei Giovedì al Museo del 15 maggio alle ore 21, con la conferenza I folletti nella tradizione italiana, ospite il Professor Carlo Lapucci. È possibile assistere all’incontro sia in presenza, presso la sede del Museo, in Via Ducale 4 a San Michele, che online, prenotandosi al link: https://bit.ly/maggiomuseo25

    Il Professor Lapucci traccerà un profilo del folletto mediterraneo, come si presenta nel Centro Italia e nel Meridione. Questo essere misterioso è stato forse il compagno invisibile più assiduo della vita dei secoli passati, ed era anche quello più innocuo, tra le pre­senze ultraterrene che inquietavano la misera esistenza della casa colonica, dove appunto era il vero suo regno. Era presente però anche nei palazzi, nelle regge, nella vita paesana e cittadina, tra gli artigiani come tra i nobili, perché la credenza nei folletti è antichissima e diffusa in forme diverse, tanto da non consentire una definizione molto esatta del fenomeno, che comprende elementi disparati e contraddittori. Forme di folletto si trovano quasi dappertutto nei vari continenti, testimoniando un mondo intricato, mescolato, contorto, di temi trasposti indebitamente e continuamente tra le infinite figure simili e analoghe; poco studiato per l’irrilevanza sociale, economica, turistica, religiosa e l’imprendibilità dell’argomento, che consente solo incerte linee di demarcazione e scarse affermazioni sicure.

    Carlo Lapucci (1940) vive a Firenze dove si occupa di letteratura, linguistica e tradizioni popolari. Ha lavorato e collaborato con diverse case editrici; ha partecipato come esperto alla trasmissione di Radiodue: La luna nel pozzo, ed è stato l'autore delle serie: I verdi giardini della memoria e Cose dell'altro mondo. Vastissima è la sua produzione in campo letterario: ha esordito nel 1960 con la poesia e ha pubblicato in seguito diversi romanzi, fra cui La pianura e altri racconti, per il quale ha avuto il Premio il Ceppo nuovo autore. Tra le numerose opere di linguistica e di tradizioni popolari si segnalano: Dizionario dei modi di dire della lingua italiana; il Dizionario dei proverbi italiani e Fiabe toscane. Particolare attenzione ha dedicato al teatro, sia in proprio che scrivendo libretti per rappresentazioni di Bruscelli, Fra le ultime pubblicazioni: I sentieri del vento. 24 racconti. Ha ricevuto i premi Fiorino d’Oro alla carriera (2018) e il Premio Casentino per la letteratura (2020).