Giovedì al Museo – Andrea Campoli presenta Castrum de Atrium

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06/10/2022 21:00 - 22:00

Intorno all’anno mille sulle alture di Castelvecchio, luogo in cui era stato edificato dai Romani un fortilizio di guardia caduto in rovina, viene costruita una Basilica a forma di croce latina. È il Vescovo di Lucca a farla edificare e gli abitanti sono incaricati dei lavori, realizzati grazie a un tesoro nascosto nelle viscere della terra e ritrovato. “Castrum de atrium” presenta uno spaccato della realtà contadina di quel tempo, delle condizioni di vita primarie, delle tecniche di costruzione e dei mestieri dell’epoca. Vari personaggi, tra i quali preti, frati, streghi e lestofanti di ogni tipo, si rincorrono e si nascondono tra le righe di questa storia. Tra questi anche un Tramandator, che di generazione in generazione, oralmente, tramanda la storia della Garfagnana, che due dei protagonisti della vicenda devono imparare a memoria. Un romanzo con basi storiche legato alla montagnola di Castelvecchio, che sovrasta l’abitato di Piazza al Serchio.

Andrea Campoli, è nato a Castelnuovo di Garfagnana nel 1952 e risiede da sempre nel paese di S. Anastasio, Comune di Piazza al Serchio. Ha iniziato come “folatore” per poi passare alla scrittura. Vincitore di importanti premi letterari, ha all’attivo numerose pubblicazioni, tra cui “Apuani” (2019) e “Una magnifica annata” (2021). Con Marinella Campoli ha scritto alcuni libri di cucina “Antichi sapori apuani. Ricette e segreti” (2020) e “Polenta e ossi. Il mangiar bene in Garfagnana in 90 ricette” (2020).

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  • 15/05/2025 21:00 - 15/05/2025 23:00

    Al folletto, “segreto e rumoroso compagno della vita misera e lussuosa  dei nostri predecessori”, è dedicato l’appuntamento dei Giovedì al Museo del 15 maggio alle ore 21, con la conferenza I folletti nella tradizione italiana, ospite il Professor Carlo Lapucci. È possibile assistere all’incontro sia in presenza, presso la sede del Museo, in Via Ducale 4 a San Michele, che online, prenotandosi al link: https://bit.ly/maggiomuseo25

    Il Professor Lapucci traccerà un profilo del folletto mediterraneo, come si presenta nel Centro Italia e nel Meridione. Questo essere misterioso è stato forse il compagno invisibile più assiduo della vita dei secoli passati, ed era anche quello più innocuo, tra le pre­senze ultraterrene che inquietavano la misera esistenza della casa colonica, dove appunto era il vero suo regno. Era presente però anche nei palazzi, nelle regge, nella vita paesana e cittadina, tra gli artigiani come tra i nobili, perché la credenza nei folletti è antichissima e diffusa in forme diverse, tanto da non consentire una definizione molto esatta del fenomeno, che comprende elementi disparati e contraddittori. Forme di folletto si trovano quasi dappertutto nei vari continenti, testimoniando un mondo intricato, mescolato, contorto, di temi trasposti indebitamente e continuamente tra le infinite figure simili e analoghe; poco studiato per l’irrilevanza sociale, economica, turistica, religiosa e l’imprendibilità dell’argomento, che consente solo incerte linee di demarcazione e scarse affermazioni sicure.

    Carlo Lapucci (1940) vive a Firenze dove si occupa di letteratura, linguistica e tradizioni popolari. Ha lavorato e collaborato con diverse case editrici; ha partecipato come esperto alla trasmissione di Radiodue: La luna nel pozzo, ed è stato l'autore delle serie: I verdi giardini della memoria e Cose dell'altro mondo. Vastissima è la sua produzione in campo letterario: ha esordito nel 1960 con la poesia e ha pubblicato in seguito diversi romanzi, fra cui La pianura e altri racconti, per il quale ha avuto il Premio il Ceppo nuovo autore. Tra le numerose opere di linguistica e di tradizioni popolari si segnalano: Dizionario dei modi di dire della lingua italiana; il Dizionario dei proverbi italiani e Fiabe toscane. Particolare attenzione ha dedicato al teatro, sia in proprio che scrivendo libretti per rappresentazioni di Bruscelli, Fra le ultime pubblicazioni: I sentieri del vento. 24 racconti. Ha ricevuto i premi Fiorino d’Oro alla carriera (2018) e il Premio Casentino per la letteratura (2020).