𝐞 𝐢𝐥 𝐥𝐨𝐫𝐨 𝐯𝐢𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 ‘𝐩𝐞𝐫 𝐄𝐦𝐢𝐠𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞’ con Ave Marchi

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21/03/2024 21:00 - 23:00
𝑰 𝑫𝒐𝒕𝒕𝒐𝒓𝒊𝒏𝒊 𝒅𝒊 𝑴𝒂𝒓𝒍𝒊𝒂 narra il dramma delle famiglie dei Berkovics e dei Lukacs sullo sfondo degli eventi della storia del Novecento europeo e italiano, che le costringeranno a partire da Marlia per cercare, prima a Cuba e poi in Costa Rica, "il paese in cui potranno - forse - vivere anche da ebrei". La vicenda inizia con una coincidenza di luogo e di tempo che si colloca nel luglio del 1938: presso Villa Reale a Marlia si doveva svolgere la tradizionale festa dell’estate, che quell’anno era stata allestita con cura particolare per festeggiare i diciotto anni di Anna Laetitia, figlia maggiore dei Conti Pecci Blunt. Tale festa fu annullata a causa dell’approvazione delle Leggi razziali e proprio in quei giorni, a breve distanza dal giardino della Villa, i Dottorini si trovarono costretti a cambiare sia il lavoro che la loro intera vita. La narrazione si avvale di testimonianze scritte e orali, della traduzione dei testi dallo spagnolo e dei ricordi di Lorena Maria Lukacs Arroyo, figlia di uno dei protagonisti della storia. Sullo sfondo del viaggio, emerge una trama fitta di attese, di smarrimento, di straniamento, ma anche di determinazione e di coraggio che si coglie attraverso l’intensità dei racconti epistolari e delle pagine dei diari.
𝐀𝐯𝐞 𝐌𝐚𝐫𝐜𝐡𝐢, docente di Italiano e Latino, poi Dirigente Scolastico, Presidente della Fondazione Paolo Cresci per la Storia dell’Emigrazione Italiana, ha pubblicato nei Quaderni della Fondazione Cresci Andavano alle figure con Canova e Donatello. I gessi di tradizione classica e rinascimentale dei figurinai lucchesi nel centro Europa tra Ottocento e Novecento (2016) e Adamo Lucchesi- l’esplorazione del Gran Chaco e i suoi pionieri (2019). Si dedica alla storia del Novecento, attraverso le ricchissime testimonianze degli Archivi familiari e del Territorio, con particolare riguardo alla dimensione delle storie dei singoli, dei gruppi e alle forme novecentesche della comunicazione.
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  • 06/11/2025 21:00 - 06/11/2025 22:00

    Giovedì al Museo - Voci di vento e di silenzio - Rolando Alberti

      È la poesia la protagonista della serata del 6 novembre alle ore 21 dei Giovedì al Museo, che si svolgerà in presenza nella Sala della Narrazione del Museo Italiano dell’Immaginario Folklorico, con la presentazione dell’ultima silloge poetica di Rolando Alberti Voci di vento e di silenzio.

    È possibile assistere all’incontro sia in presenza, presso la sede del Museo, in Via Ducale 4 a San Michele, che online, prenotandosi al link: https://tinyurl.com/museonovembre25

    In questa nuova raccolta, che segue a dodici anni di distanza l’opera prima L’estremamente magico, Rolando Alberti scende ancor più in profondità nell’esplorare il rapporto magico e ancestrale che lo lega ai luoghi della sua terra. La sua è una poesia intessuta di voci e di silenzi, di odori e di rumori, che muovendo dall’esperienza contingente del quotidiano apre squarci vertiginosi verso una dimensione che trascende il tempo e percorre strade spirituali inesplorate, fino all’incontro – non sempre facile – con la presenza pervasiva del divino.

    Rolando Alberti nasce nel 1971 a Forno, frazione montana del comune di Massa, da una delle ultime famiglie di pastori che perpetuano l’ancestrale pratica dell’alpeggio in quota sulle balze scoscese delle Alpi Apuane, ereditandone il mestiere. Fin dall’infanzia ha manifestato un precoce talento poetico. Alcuni scritti risalenti agli anni della scuola primaria sono stati pubblicati nella raccolta Bambini di Forno. Poesie (Giardini Editore, Pisa 1982). Dalla seconda metà degli anni Novanta ha ripreso a scrivere, producendo una messe di testi confluiti nella sua opera prima L’estremamente magico (Torino, Miraggi Edizioni 2013), premiata nella IV edizione del “Premio Letterario Internazionale Montefiore” per la categoria Gold Book. Una selezione di sue poesie è stata tradotta in francese da François Bordes e pubblicata sul n. 47-48 di L’étrangère. Revue de création et d’essai nel 2018, a cura di Myrto Gondycas e Rossella Saetta Cottone.