I nostri racconti

I nostri racconti

Fauno

L’immaginario folklorico, come ad esempio le fiabe, tende quasi sempre a localizzarsi: il fatto di cui si parla è avvenuto in quel determinato punto, e si integra totalmente con la località; quando vediamo un ponte del diavolo, ad esempio, non possiamo fare a meno di pensare al racconto come se ci arrivasse insieme all’immagine stessa di quel ponte.
La popolazione così tende a pensare che la storia appartenga solo a quel particolare territorio, sia sua e non di altri.

Individuare un’unità territoriale per la presentazione delle storie dell’immaginario è frequentemente una scelta arbitraria, basata normalmente su identità geografiche e/o storiche o semplicemente amministrative. Forse il piccolo paese o villaggio può rappresentare in qualche modo un’unità, nel senso che per ciascuno si ripetono un po’ tutte le tipologie di esperienze e di racconti; prendendo come esempio la Garfagnana, o anche la Valle del Serchio notiamo che tutti i paesi hanno il proprio luogo dove si incontravano gli streghi, hanno un qualche personaggio dal nome fantastico che faceva semplicemente paura, hanno case o luoghi dove ci si “risente” o ci si vede, ecc.

Il paese-villaggio è una forma di alveo insomma: le storie e le caratteristiche dei personaggi camminano per il mondo, ma in ciascun posto trovano combinazioni diverse, la loro collocazione precisa, unica, irripetibile ed un loro nome.
Le storie quindi viaggiano con gli uomini lungo le strade e nel tempo; per questo organizziamo le testimonianze da vari punti vista. Interessanti sono anche i percorsi lungo le antiche strade, come la Francigena o la cosiddetta via del Volto Santo (per rimanere nel territorio circostante il museo).

Le figure dell’immaginario sono generalmente legate al territorio di appartenenza e assumono nomi locali (Baffardello, streghi, la Margolfa, la Rocchetta ecc.); le loro caratteristiche (figurazioni), invece, si raccordano nello spazio (sono simili a quelle di altri esseri di altre regioni) e si approfondiscono nel tempo arrivando fino ai miti antichi.

Figure e Figurazioni: varianti del simbolico

Così il biscio Bimbin è solo di Gorfigliano (Lucca), ma le sue figurazioni (metà bambino metà serpente, piange, rotola ecc.) sono attribuite singolarmente, o tutte insieme, o insieme ad altre, a serpenti/esseri con altri nomi in varie parti di Italia e d’Europa fino a confluire nel Basilisco e ritrovarsi nell’antico mito di Erittonio.

Un altro esempio è quello del folletto che ha nomi diversi in ciascuna località ed anche attributi non sempre uguali: Mazzariol, Mazzapegol, Mazzamareddu, Salvanello, Sbilf, Troll, Linchetto, Fuddittu, Munaciello.

Le figurazioni sono frequentemente diverse anche nello stesso territorio e addirittura in un singolo villaggio: sono delle varianti lungo le quali si snoda il viaggio della nostra ricerca, e ciascuna di loro è essenziale per ricostruire il quadro complessivo che può coinvolgere un’intera cultura.

Il legame fra figura e figurazione sembra seguire regole grammaticali proprie dell’immaginario che vanno studiate e definite.

Tutto questo fa parte del viaggio organizzato in questo museo. Siete pronti a partire?

Gatto Mammone

Umberto Bertolini
Studi e teorie di Alberto Borghini