Fin dai miti più antichi di cui siamo a conoscenza sono presenti figure metà serpenti e metà umani.

Nel pantheon delle divinità sumere figura Enki, la divinità dei mestieri, del bene, dell’acqua, del mare, dei laghi, della sapienza e della creazione. Enki, in alcune rappresentazioni, appare come un essere metà uomo e metà serpente.

Il significato del suo nome dovrebbe essere “signore della terra”. Egli era il custode dei poteri divini i doni della civilizzazione dei quali avrebbe beneficiato l’umanità. La sua immagine è un serpente con una doppia ellisse, o Caduceus, molto simile al Bastone di Asclepio.

In Medio Oriente si tramanda la leggenda dei Jinn, misteriosi uomini serpente o dragoni di cui si afferma la presenza fin dai tempi più antichi. In età preislamica ai Jinn era accreditata una notevole potenza, quasi sempre in grado di esprimere una devastante e spesso mortale cattiveria.

Nel Mali c’è una popolazione, i Dogon, che tramandano un mito di creazione il cui protagonista è un uomo rettile. I Dogon affermano di discendere dal dio Amma, proveniente dalla stella Po Tolo (Sirio). Amma creò l’universo con le stelle e le costellazioni e poi creò la Terra, a forma di donna, con cui si accoppiò generando i Nommo, due esseri mezzo uomo e mezzo serpente, identificati come la forza vitale dell’acqua, e li inviò sulla terra per impartire all’umanità gli insegnamenti fondamentali, come tessitura, metallurgia e agricoltura. I Dogon conservano delle conoscenze a dir poco miracolose. Essi affermano di aver ricevuto una profonda conoscenza del sistema solare da uno dei misteriosi Nommo.

Il primo re mitico di Atene, Cecrope, era mezzo uomo e mezzo serpente. Nella mitologia greca, erano serpenti i servitori dei Titani e dei Giganti, i quali sono talvolta rappresentati in forma “anguiforme”, ossia con le gambe formate da terminazioni serpentiformi molti simili a quelle di Enki. Tra questi c’è l’immagine del gigante Klyteros.

Nei racconti popolari della Cina antica figurano due fratelli, Nüwa, una divinità femminile della creazione, e Fu Xi, uno dei tre mitici sovrani cinesi detti “I Tre Augusti”, vissuto, secondo la tradizione, tra il 2952 e il 2836 a.C. Entrambi vengono raffigurati come esseri ibridi, formati da un busto umano e da una coda di serpente.

La figura del serpente con la testa da bambino, detto anche serpente bambino, non ha poteri magico né divini oggi, anzi fa soprattutto paura.

E’ diffusa in molti luoghi. Nel nostro archivio ci sono dei racconti che provengono da Sillano, Gorfigliano, Coreglia, Ghivizzano, Sillico …

In un posto che si chiama ‘Fògia’, alla macchia, il mi’ babbo ha sentito una bestia con tante campanelle e aveva la testa come un bambino con tante gambe e ruzzolava e suonava le campanelle ed era un serpente, come un serpente a sonagli
Sillano

Avete mai sentito parlare di quel serpente che c’è nella Dezza? “Sì, ma non ci credo. Che c’è un serpente che mangia i bimbetti” “No, no che mangia i bimbetti no, che c’aveva la testa da bimbetto con la bocca a ciabatta … Parla con Renato, lui l’ha visto! Era un giorno d’estate, d’agosto, era andato a pescare sulla Dezza e c’era un punto due avevano tagliato e c’avevano lasciato un feltro di cartiera in terra steso aperto, e lui era obbligato a passare di lì in poche parole e pestò su questo feltro. Quando pestò su questo feltro si sentì traballare, fece un salto all’indietro e vide questo feltro che si moveva si moveva e dice: “Uscirà fuori qualcosa!” Quando questo uscì fuori dal feltro era questo serpente. Era un serpente grosso così e si inoltrò subito nel folto e era scuro con le squame, peloso, una batacchia così di corpo …
Raccolta da Valentina 2019 Ghivizzano

Lungo la strada che conduce a Lucignana, giù nel Rio Suricchiana si trovano ampi specchi d’acqua. In uno di essi ci sono dei grossi massi che nascondono la tana del serpente bimbo, così chiamato perché ha la testa grossa e rotonda come quella di un bimbo. C’è chi dice di averlo visto volare e appollaiarsi su grossi alberi; anche per gli animali era un vero e proprio terrore ed alla sua vista fuggivano in preda al terrore. (Paolo Fantozzi)

Lassù alla Chiesa Vecchia, il paese era lassù, la notte sentivano il pianto di un bambino, ma non di un bambino di due o tre anni, di un bambino in fasce, e dopo avevano fatto la guardia, avevano guardato e lì c’è un praticello che adesso è andato giù […] quando si prende in su che c’è il viottolo che va là al cimitero e si va su alla Chiesa, c’era un pratino […] videro che c’era un serpente che in dialetto direbbero il biscio bimbin che era grande come un bimbo in fasce e in più aveva una stella lucente in fronte e piangeva uguale a un bambino.

Gorfigliano

A Pasqueio c’era il basilisco […] era questo animale che era molto pericoloso, che… aveva la testa di un bambino… di un bimbo… era un elemento molto pericoloso e quindi si doveva stare alla larga da questo basilisco… era un serpentone con la testa di bimbo… nessuno l’aveva visto eh… si parlava di questo basilisco però non l’ha visto nessuno io almeno… Il basilisco di Pasqueio a noi ragazzi ci ha condizionato eh … sai era un elemento di paura questo serpente con la testa di bimbo …
Sillico