DIDATTICA – FORMAZIONE – DISEGNI E SCULTURE
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L’attenzione al territorio impegna il Museo a collaborare con le scuole dei locali Istituti Comprensivi per scopi educativi e didattici: preservare ciò che ancora resta della memoria della comunità, nonostante la perdita di interesse alle tradizioni e il depauperamento del territorio. Vengono allestiti laboratori demologici nelle classi e percorsi a tappe sulle narrazioni orali (ricerca di racconti, trascrizione e rielaborazione anche creativa degli stessi). Quando le classi si recano al Museo, trovano anche altri laboratori: tessitura e attività espressive sulle figure dell’immaginario folklorico. L’interpretazione grafico-pittorica e di modellaggio è una delle tante modalità con cui si esprime la ricchezza dei racconti orali. Grazie al progetto di alternanza scuola-lavoro, gli studenti del Liceo artistico “Passaglia” di Lucca, guidati dai propri insegnanti, hanno potuto arricchire la dotazione museale con disegni e sculture da loro ideati. Il Museo cura periodicamente un’attività di formazione rivolta a docenti, ricercatori e personale interno, puntando a incrementare le competenze in vari ambiti, compreso quello informatico che riguarda più da vicino le pratiche del Museo: dalla raccolta alla trascrizione, dalla digitalizzazione alla catalogazione in un software dedicato, dalla restituzione di prodotti fruibili dalla comunità (come le “mappe che raccontano”) alla disseminazione delle testimonianze orali attraverso i media. La formazione viene offerta anche ai tirocinanti che per motivi di studio e approfondimento si accostino al Museo in base a convenzioni con le Università.
Collegamento alle attività didattiche svolte insieme al museo e ad alcuni dei prodotti che ne sono derivati.
Istituto Comprensivo di Piazza al Serchio
Liceo Artistico e Musicale “Passaglia” di Lucca
Piattaforma per la formazione: Museo Italiano dell’Immaginario Folklorico – <ul<.museoimmaginario.net
Giubiana
Secondo il racconto popolare, la Giubiana era una vecchia strega, magra, con le gambe molto lunghe e le calze rosse. Viveva nei boschi e grazie alle sue lunghe gambe, non metteva mai piede a terra, ma si spostava di albero in albero. Così osservava tutti quelli che entravano nel bosco e li faceva spaventare, soprattutto i bambini. L’ultimo giovedì di gennaio, era solita andare alla ricerca di qualche bambino da mangiare. Una mamma, per proteggere il suo bambino, decise di tenderle una trappola. Preparò una gran pentola piena di risotto giallo (zafferano) con la luganega (salsiccia), e lo mise sul davanzale della finestra. Il profumo era delizioso, da far venire l’acquolina in bocca. La Giubiana sentì il buon odore e saltellò fuori dal bosco verso la pentola, e cominciò a mangiare, un po’ alla volta, tutto il contenuto dell’enorme pentolone di squisito risotto. Il risotto era veramente tanto, eppure era così buono, che la famelica Giubiana non si accorse del tempo che passava. Non si accorse che il sole, che uccide le streghe, stava ormai per sorgere. Quando la Giubiana finì tutto il risotto, il primo raggio di sole era ormai spuntato: la Giubiana fu così polverizzata dalla luce del sole, e da quel giorno tutti i bambini furono salvi. Fu così che per ricordare quella vicenda a fine gennaio si prepara il risotto con la luganiga e si brucia il fantoccio con le sembianze della vecchia strega. Una versione un po’ più orrida, dice che una mamma prese una bambola e la riempì di coltelli e forbici, poi la mise nel letto, al posto della figlia. A mezzanotte si sentono i passi della Giubiana. La bimba spaventatissima, si stringe vicino alla mamma, mentre si sente la Giubiana salire i gradini ed entrare nella stanza. La Giubiana è feroce e in un attimo ingoia la bambola, pensando di mangiare la bambina. Si sente un urlo, la mamma va nella stanza della bimba e trova il corpo della Giubiana a brandelli, per via dei coltelli e delle forbici. Disegno di Marco Milanesi