DIDATTICA – FORMAZIONE – DISEGNI E SCULTURE

L’attenzione al territorio impegna il Museo a collaborare con le scuole dei locali Istituti Comprensivi per scopi educativi e didattici: preservare ciò che ancora resta della memoria della comunità, nonostante la perdita di interesse alle tradizioni e il depauperamento del territorio. Vengono allestiti laboratori demologici nelle classi e percorsi a tappe sulle narrazioni orali (ricerca di racconti, trascrizione e rielaborazione anche creativa degli stessi). Quando le classi si recano al Museo, trovano anche altri laboratori: tessitura e attività espressive sulle figure dell’immaginario folklorico. L’interpretazione grafico-pittorica e di modellaggio è una delle tante modalità con cui si esprime la ricchezza dei racconti orali. Grazie al progetto di alternanza scuola-lavoro, gli studenti del Liceo artistico “Passaglia” di Lucca, guidati dai propri insegnanti, hanno potuto arricchire la dotazione museale con disegni e sculture da loro ideati. Il Museo cura periodicamente un’attività di formazione rivolta a docenti, ricercatori e personale interno, puntando a incrementare le competenze in vari ambiti, compreso quello informatico che riguarda più da vicino le pratiche del Museo: dalla raccolta alla trascrizione, dalla digitalizzazione alla catalogazione in un software dedicato, dalla restituzione di prodotti fruibili dalla comunità (come le “mappe che raccontano”) alla disseminazione delle testimonianze orali attraverso i media. La formazione viene offerta anche ai tirocinanti che per motivi di studio e approfondimento si accostino al Museo in base a convenzioni con le Università.

Collegamento alle attività didattiche svolte insieme al museo e ad alcuni dei prodotti che ne sono derivati.

Istituto Comprensivo di Piazza al Serchio

Liceo Artistico e Musicale “Passaglia” di Lucca

Piattaforma per la formazione: Museo Italiano dell’Immaginario Folklorico – <ul<.museoimmaginario.net

 

Bunshee

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La banshee è uno spirito femminile, descritto generalmente come una bella donna dai capelli fluttuanti, con indosso un vestito verde ed una mantella grigia (o, alternativamente, vestita completamente di bianco o rosso). Può apparire sia come una donna che canta, sia piangente e avvolta da un velo. Altra caratteristica sono gli occhi perennemente arrossati dal pianto. Il termine banshee significa “donna delle fate”, dal gaelico bean, “donna”, e sidhe, che deriva a sua volta da sith (“fata”) o sid (“montagna delle fate”). La banshee ha un corrispondente maschile nel meno comune farshee (in irlandese Fear Sidhe, traducibile come “uomo fata”). Fa parte del piccolo popolo ed è uno spirito che spesso viene classificato tra quelli maligni, anche se in realtà nelle antiche leggende viene descritto semplicemente come uno spirito femminile che si aggira attorno a paludi e fiumi, nelle sorgenti o nelle colline d’Irlanda. Le banshee sono legate ad alcune famiglie, specialmente quelle il cui cognome inizia per “Mac” oppure “O”. L’emigrazione di irlandesi in America ha portato anche là alcune leggende sulle banshee, ma sono poche e per lo più ambientate nel sud durante la Guerra d’Indipendenza Americana. Quando un membro della famiglia protetta muore, o è in procinto di morte, la banshee piange e si dispera. Tali lamenti sono noti col termine di keening (dal gaelico caoineadh, “lamento”). Le grida possono anche essere di vittoria, quando quella che ha subito la perdita è una famiglia nemica. Disegno di Vanessa Retti