Ma questi chi sono? Fratelli? o …?
La risposta domenica 21 dicembre alle ore 16 al Museo, solo in presenza. Intanto un anticipo!
Il rapporto fra Babbo Natale e San Nicola mostra in modo esemplare come una figura agiografica possa trasformarsi in personaggio del folklore globale, attraverso secoli di riscritture rituali, narrative e commerciali. La prospettiva demo‑etno‑antropologica consente di leggere questo passaggio come un processo di lunga durata in cui devozione, pratiche comunitarie e cultura di massa si sovrappongono.
San Nicola: santo dei doni e delle soglie
San Nicola di Mira (poi Bari), vescovo del IV secolo, entra nella tradizione europea come santo taumaturgo e protettore dei piccoli, dei poveri, dei naviganti e delle città portuali. Le leggende agiografiche più note lo raffigurano mentre salva tre fanciulle dalla prostituzione portando loro, di nascosto, sacchetti d’oro, o mentre resuscita tre bambini uccisi e messi in salamoia da un oste, fissando il nesso fra santo, infanzia e restituzione della vita.semanticscholar+1
In area europea centro‑orientale (Germania, Paesi Bassi, regioni slave) la sua festa al 6 dicembre diventa appuntamento rituale per la consegna di piccoli doni ai bambini, spesso accompagnato da figure liminari (il servo nero, il diavolo incatenato, il “Knecht Ruprecht”) che modulano pedagogicamente la coppia premio/castigo. La dimensione comunitaria è forte: processioni, visite casa per casa, performance in abito episcopale costruiscono un teatro del potere benigno che sostiene l’ordine morale della comunità.hrcak.srce
Dalla figura episcopale a Santa Claus
Nel contesto protestante nord‑europeo e poi nel mondo anglosassone, la figura del vescovo San Nicola viene progressivamente laicizzata e spostata dal 6 dicembre al 24‑25 dicembre, in coincidenza con il Natale. Nei Paesi Bassi il “Sinterklaas” mantiene ancora elementi episcopali (mitra, pastorale, cavallo), mentre nelle colonie olandesi in America il nome e alcuni tratti passano alla figura anglo‑americana di Santa Claus, che gradualmente perde i riferimenti espliciti al santo per diventare un personaggio stagionale legato al consumo natalizio.hrcak.srce
L’Ottocento segna una svolta: fra illustrazioni, poemetti e prime campagne pubblicitarie, Santa Claus si consolida come figura bonaria, barbuta, vestita di rosso, che arriva nella notte per distribuire doni ai bambini meritevoli. La componente agiografica (santo, vescovo, miracoli) viene assorbita in un immaginario più ampio in cui conta soprattutto la funzione: premiare, proteggere, rassicurare l’infanzia.hrcak.srce
Babbo Natale nel folklore contemporaneo
In Italia il Babbo Natale moderno convive per lungo tempo con San Nicola, la Befana e altre figure locali del dono invernale, generando un fitto sincretismo di personaggi e date (6 dicembre, 24‑25 dicembre, 1 gennaio, 6 gennaio). La maschera rossa con la barba bianca, divenuta iconica nel Novecento, è il risultato di una lunga stratificazione: al fondo sta il santo vescovo orientale, sopra di lui le tradizioni urbane europee di visita alle case, infine la codificazione mediatica globale legata ai mercati natalizi e ai mass media.
Dal punto di vista demo‑etno‑antropologico, Babbo Natale può essere letto come una “secolarizzazione del santo”: mantiene la funzione rituale (garantire il passaggio d’anno, redistribuire beni, confermare norme di comportamento) ma si presenta come figura neutra dal punto di vista confessionale, adatta a società pluraliste e consumistiche. Il dono non è più esplicitamente miracolo o carità cristiana, ma gesto affettivo e consumo festivo.
Continuità, scarti e riusi culturali
Il rapporto tra Babbo Natale e San Nicola mette in luce almeno tre dinamiche fondamentali. Anzitutto la continuità funzionale: in entrambi i casi una figura sovra‑umana, legata al freddo e alla notte invernale, presidia simbolicamente l’infanzia, la soglia tra vecchio e nuovo anno e la redistribuzione dei beni. In secondo luogo lo scarto iconografico e teologico: il vescovo taumaturgo, situato in un preciso orizzonte cristiano, si trasforma in personaggio “universale” del calendario festivo, più vicino al mondo delle fiabe che a quello dell’agiografia.semanticscholar
Infine, la dinamica di riuso: comunità, mercati e media reinterpretano continuamente queste figure, adattandole a nuovi contesti familiari, commerciali, scolastici e urbani. Per la ricerca demo‑etno‑antropologica, seguire il filo che unisce San Nicola a Babbo Natale significa osservare in diretta come le società negoziano il rapporto tra sacro e profano, tra radici locali e immaginario globale, tra educazione morale e cultura del consumo.
- https://www.semanticscholar.org/paper/49b2c29bc06adcab4cdf7c36ac7f0838e30858b6
- https://hrcak.srce.hr/file/335565
- https://www.semanticscholar.org/paper/e5ce385357743d36c2c7621d09eb18d5a4952d96
- https://edizionicafoscari.unive.it/it/edizioni/libri/978-88-6969-510-0/nuove-acquisizioni-sul-volgarizzamento-italiano-a/
- https://journals.openedition.org/transalpina/pdf/3970
