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MuGAr: la Garfagnana archeologica prende voce

Appuntamento al Museo Italiano dell’Immaginario Folklorico di Piazza al Serchio – Giovedì 11 dicembre, ore 21.00

La Garfagnana, terra di confine e di passaggi, si racconta attraverso le proprie stratificazioni di storia, mito e cultura materiale. Giovedì 11 dicembre alle ore 21.00, presso il Museo Italiano dell’Immaginario Folklorico di Piazza al Serchio, si terrà una serata dedicata alla presentazione del MuGAr – Museo della Garfagnana Archeologica, nuova istituzione culturale nata per dare casa e voce alle memorie più antiche di questo territorio.

La realizzazione del MuGAr rappresenta l’esito di una collaborazione esemplare tra la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Lucca, Massa Carrara e Pistoia, il Comune di Pieve Fosciana, la Regione Toscana e l’Unione dei Comuni della Garfagnana. Dietro al progetto, vi è il lavoro instancabile di studiosi, ricercatori e cittadini che hanno creduto nella necessità di valorizzare un patrimonio spesso disperso o invisibile; tra questi, il contributo di Paolo Notini e del Dott. Giulio Ciampoltrini è stato determinante nel costruire, attraverso le indagini e gli scavi condotti nel corso di decenni, una narrazione scientificamente solida ma profondamente intrecciata al territorio e alle sue comunità.

Il MuGAr nasce con l’intento di restituire al pubblico la lunga vicenda dell’umanità in Garfagnana: cinquantamila anni di storia che documentano la continuità degli insediamenti, dai villaggi preistorici alle testimonianze etrusche e romane, fino alle epoche medievali e rinascimentali. In questa trama di civiltà, la valle appare come un crocevia di contatti e condivisioni, un ponte naturale fra i mondi tirrenico e padano, capace di assorbire, rielaborare e trasmettere influenze culturali nel tempo.

L’allestimento museale, curato dalla Dott.ssa Marta Colombo, funzionario archeologo responsabile per il territorio, in collaborazione con il Dott. Marco Serradimigni e il Dott. Silvio Fioravanti, è pensato come uno spazio dinamico dove conservazione, ricerca e divulgazione si integrano. Non un semplice luogo di esposizione, ma un ambiente di dialogo fra passato e presente, aperto all’inserimento continuo di nuovi materiali e all’approfondimento scientifico, capace di adattarsi all’evoluzione delle conoscenze e delle sensibilità delle comunità locali.

In questo senso, il MuGAr si inserisce in una riflessione più ampia sul ruolo contemporaneo dei musei archeologici. L’antropologia culturale ha mostrato come ogni società viva immersa in trame di significati condivisi, vere e proprie “reti di senso” attraverso cui gli individui interpretano il mondo; il museo diventa allora un luogo in cui questi significati vengono resi visibili e discussi, permettendo a una comunità di rileggerli criticamente nel tempo. Nell’età della globalizzazione, i musei di territorio assumono una funzione strategica: non sono solo depositi di oggetti antichi, ma dispositivi di mediazione che collegano le memorie locali alle grandi narrazioni globali, contribuendo a evitare quella perdita di radici che molti autori riconoscono come uno dei rischi più profondi della modernità.

L’archeologia, in questa prospettiva, non si limita a ricostruire il passato, ma fornisce alle comunità strumenti per interrogare il presente: frammenti, reperti e contesti diventano indizi attraverso cui ripensare le forme di convivenza, le economie, i rapporti con l’ambiente. Come ha suggerito la tradizione antropologica strutturalista, le società utilizzano il racconto del proprio passato per dare coerenza al presente e per proiettare un’idea di futuro, e i musei fungono da luoghi privilegiati in cui questa trama viene periodicamente riscritta e condivisa.

Il MuGAr, in tal senso, non è soltanto un contenitore di reperti, ma un laboratorio di identità, un luogo dove la comunità può riconoscersi e rinegoziare il proprio rapporto con la storia. La sua fondazione colma una lunga assenza nella mappa culturale della Garfagnana, offrendo un punto di riferimento stabile per la ricerca archeologica e per la valorizzazione del patrimonio diffuso, e invitando i cittadini a partecipare attivamente alla costruzione di una memoria collettiva consapevole.

Durante l’incontro di giovedì 11 dicembre, il pubblico potrà ascoltare le parole dei protagonisti che hanno reso possibile la nascita del museo: la Dott.ssa Marta Colombo, il Dott. Silvio Fioravanti, Annarita Fiori per il Comune di Pieve Fosciana e Margherita Leone, giovane studentessa magistrale e volontaria del servizio civile presso MuGAr. Sarà l’occasione per riscoprire, attraverso la voce di chi lavora sul campo, come lo studio del passato possa illuminare il presente — e come la Garfagnana, con la sua stratificazione millenaria, continui a essere un laboratorio vivente di cultura, memoria e immaginario collettivo.​

Si potrebbe dire, parafrasando una nota riflessione di Claude Lévi-Strauss, che le società hanno bisogno di costruire un rapporto con la propria storia non solo per ricordare ciò che è stato, ma per immaginare ciò che potranno diventare; i musei archeologici, come il MuGAr, offrono proprio questo spazio di mediazione, in cui passato, presente e futuro possono incontrarsi, interrogarsi e trasformarsi reciprocamente.