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Sentieri di memoria e immaginario: le vie dell’Alpe tra paesaggio e tradizione popolare

Un’analisi del patrimonio pastorale in Garfagnana e Lunigiana

Il 7 dicembre, alle ore 16, il ciclo di incontri del Museo Italiano dell’Immaginario Folklorico (o affine) ospiterà una tavola rotonda di grande interesse per gli studi demo-etno-antropologici: “Le vie dell’Alpe fra storie e immaginario”. L’evento, organizzato dalla Sezione Etnostoriografica del Museo, vedrà protagoniste le ricercatrici Lucia Giovannetti (Garfagnana) e Lina Pecini (Lunigiana), che da anni indagano la complessa realtà della pastorizia transumante tra l’Appennino e le Alpi Apuane.

L’iniziativa non si limiterà alla presentazione accademica, ma si configura come un vero e proprio laboratorio di storia orale, con un invito esplicito alla partecipazione di testimoni diretti della vita pastorale locale.


Il Patrimonio Diffuso: Le Vie come Traccia Materiale

Il fulcro della discussione è rappresentato dalle vie dell’alpe e dalle capanne di alpeggio, riconosciute come le “testimonianze materiali più significative dell’organizzazione pastorale del territorio nei secoli passati”.

Questi tracciati, che un tempo costituivano la vitale connessione tra i paesi di fondovalle e i crinali montani sede dei pascoli estivi, sono oggi spesso dimenticati e fragili. Visti in una prospettiva sistemica, essi rivelano i meccanismi di un’economia tradizionale basata sullo sfruttamento integrato e razionale delle diverse fasce altimetriche. La montagna, dunque, non era uno spazio vuoto o marginale, ma una risorsa vitale: abitata, utilizzata e percorsa.

Le ricercatrici Giovannetti e Pecini, forti dei loro contributi in saggi collettanei come Montagna e Maremma (2014) e Salire all’alpe scendere al piano (2023), utilizzano un approccio multidisciplinare, intrecciando fonti scritte, materiali, cartografiche e orali per ricostruire la mappa fisica e simbolica della transumanza.

L’Immateriale sul Sentiero: Storie, Paure e Fantastico

Oltre alla dimensione materiale e alla storia economica, l’incontro si propone di esplorare la dimensione immateriale che ha fiorito attorno a questi tracciati. Le vie dell’alpe, in quanto luoghi di passaggio, solitudine e fatica, sono state naturalmente popolate dall’immaginario collettivo:

  • Paure Quotidiane: I pericoli del viaggio, l’incertezza climatica, l’incontro con animali selvatici o l’estraneo sono stati trasformati in storie ammonitrici o protettive.
  • Esseri Fantastici: Le interazioni tra gli uomini e l’ambiente impervio hanno dato vita a esseri fantastici e figure mitologiche, i cui “frammenti” di racconto sono oggi oggetto di una preziosa attività di recupero.

L’attenzione alla cultura orale locale è ciò che rende l’evento particolarmente rilevante per la sezione etnostoriografica, poiché si mira a documentare e analizzare come l’identità e la percezione del rischio siano state plasmate da questi racconti.

Storia Orale e Dialogo: L’Importanza dei Testimoni

Il formato dell’incontro va oltre la classica conferenza. L’appello a coinvolgere testimoni della vita pastorale garfagnina e lunigianese mira a trasformare la presentazione in un momento di etnografia partecipata. La discussione con gli anziani pastori e gli abitanti del territorio è fondamentale per arricchire la tematica con “nuovi contributi e punti di vista”, garantendo che la ricerca non rimanga confinata all’ambito accademico, ma si nutra della conoscenza tramandata per via orale.

L’evento del 7 dicembre si configura, in definitiva, come un’importante opportunità per valorizzare un patrimonio culturale diffuso che rischia l’oblio, riaffermando l’importanza delle vie dell’alpe come assi portanti non solo dell’antica economia, ma anche della memoria storica e identitaria della montagna toscana.