Le incisioni rupestri del Monte Pisano

Guida al sito archeologico di monte Cotrozzi

Una nuova guida all’archeologia rupestre svela la straordinaria continuità della frequentazione umana sul Monte Pisano, dall’Età del Bronzo ai primi anacoreti cristiani.

Il Monte Pisano, polmone verde che separa Lucca e Pisa, non è soltanto un paesaggio naturale di rara bellezza, ma custodisce, quasi celandolo, un archivio millenario della presenza umana. Come un piccolo gioiello incastonato nella roccia, il sito archeologico di Monte Cotrozzi rappresenta un unicum nel panorama nazionale, e non solo, dell’arte rupestre.

Su queste alture, decine e decine di segni impressi sulla pietra raccontano una storia lunga più di tremila anni, un dialogo ininterrotto tra l’uomo e la montagna.

Ciò che rende Monte Cotrozzi un sito di eccezionale interesse etnografico e archeologico non è solo l’antichità delle sue incisioni, riconducibili all’Età del Bronzo, ma la straordinaria continuità della sua frequentazione. Le rocce istoriate del sito sono una preziosa finestra aperta su culture che si sono succedute, e talvolta sovrapposte, nello stesso luogo sacro.

Il sito ha visto il passaggio degli Etruschi, che hanno lasciato le loro tracce simboliche, seguite da quelle dei Longobardi. Infine, in epoca altomedievale, queste stesse rocce hanno offerto rifugio e ispirazione ai primi anacoreti cristiani del Mons Heremitae (il Monte dell’Eremita), che hanno “cristianizzato” il paesaggio incidendo i propri simboli di fede accanto a quelli pagani. Monte Cotrozzi è, a tutti gli effetti, un palinsesto dove la spiritualità umana si è manifestata in forme diverse, ma con una coerenza spaziale impressionante.

Decifrare questo complesso linguaggio litico è l’obiettivo del nuovo volume “Le incisioni rupestri del Monte Pisano. Guida al sito archeologico di monte Cotrozzi”, che verrà presentato giovedì 23 ottobre alle ore 21.00 nell’ambito della rassegna “I Giovedì al Museo”.

A guidare il pubblico in questo viaggio saranno i due autori, massimi esperti della materia: Gabriele Panigada e Giancarlo Sani.

L’approccio dei due studiosi è complementare. Gabriele Panigada, linguista e profondo conoscitore del territorio, da anni si prende cura del sito, indagandone la storia anche attraverso lo studio della toponomastica locale, come già esplorato nel suo precedente lavoro “Stelle di pietra” (2011). Panigada unisce al rigore scientifico una passione tangibile per la tutela del sito.

Giancarlo Sani, fondatore del Centro Arte Rupestre Toscano (2011) e membro di prestigiose istituzioni come il Centro Camuno di studi preistorici, porta nel volume la sua vasta esperienza nella catalogazione e nello studio sistematico delle incisioni rupestri montane in Toscana. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche e divulgative (tra cui “La memoria della Roccia”, 2016), Sani ha anche il merito di aver realizzato il primo percorso didattico sull’arte rupestre in Italia centrale, “I Sassi Scritti del Prato Fiorito” in Val di Lima.

La presentazione del volume, che si terrà presso la sede del Museo in Via Ducale 4 a San Michele, rappresenta un’importante occasione per la comunità scientifica e per gli appassionati di storia locale e antropologia. L’evento permetterà di comprendere non solo il cosa è inciso su quelle rocce, ma il perché generazioni diverse, separate da millenni, abbiano scelto proprio Monte Cotrozzi per lasciare un segno indelebile del loro passaggio.

Per chi non potesse partecipare in presenza, l’incontro sarà fruibile anche online, previa prenotazione al link: https://bit.ly/ottobre25.