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Biografia di Augusto Cesare Ambrosi

Scorrendo i titoli di questo grande lavoro di digitalizzazione della bibliografia di nostro padre, per la prima volta in rete grazie all’impegno del prof. Leoni e della prof.ssa Emilia Pedri del Museo Italiano dell’Immaginario Folklorico si comprende da subito che non c’è argomento legato alla terra di Lunigiana, e non solo, che gli sia stato estraneo. Realizzare una biografia di Augusto Ambrosi, nostro padre, in modo lineare non è possibile: troppi studi, percorsi, interessi, impegni, si sono intrecciati nella sua vita; pertanto ci soffermeremo solo su alcuni, forse per noi più significativi, rimandando, per quanto attiene alle sue attività scientifiche alle numerose pubblicazioni qui raccolte, alla biografia che abbiamo realizzato per l’Accademia Lunigianese di Scienze “Giovanni Cappellini” nel 2005 in un volume a lui dedicato e a quanto oggi parla di lui, in sua memoria nelle piazze, castelli e opere della sua Lunigiana.

Il primo passo di un cammino, lungo una vita, nella valorizzazione di questo piccola regione storica, inizia negli  anni Cinquanta, quando, per una casualità, percorrendo i sentieri delle sue amate Apuane, entra in contatto con studiosi tedeschi che stanno pubblicando la grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti; inizia così la sua attività di studio delle parlate dialettali, della linguistica e della toponomastica, che lo porterà successivamente a collaborare alla stesura della Carta dei Dialetti italiani e del vocabolario delle Parlate Liguri e a realizzare diverse pubblicazioni scientifiche su questo tema. Negli stessi anni, gli incontri con Ubaldo Formentini, direttore dei Musei Civici e della Biblioteca della Spezia, e con il Prof. Lamboglia noto archeologo a livello internazionale e creatore dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri diventano due elementi fondamentali della sua formazione e futuro. Il suo interesse per la speleologia lo porta al censimento di numerose grotte e caverne, per primo, identifica il complesso ipogeico di Equi Terme (MS), intuendone l’eccezionale sviluppo, che tutti noi possiamo vedere oggi; al suo passaggio in una caverna di Pignone (SP) si deve l’incontro con un piccolo anfibio che riceve il suo nome, in quanto scopritore di una nuova specie fino ad allora sconosciuta, lo speleomantes ambrosii.  Negli anni sessanta, la sua precedente formazione umanistica alla facoltà di lettere di Firenze lo conduce ad una esperienza di insegnamento come vice preside nelle scuole medie di Casola in Lunigiana: è il suo primo contatto con il mondo dei giovani. È qui che inizia a comprendere l’importanza di creare una cultura del territorio coinvolgendo proprio, in questo percorso di conoscenza, anche i ragazzi. Le sue competenze e brillanti capacità lo mettono in evidenza anche nelle importanti istituzioni culturali che stanno nascendo o riprendendo vita nel territorio, come l’Istituto Internazionale di Studi Liguri, di cui diventa presidente della sezione lunense alla Spezia, e l’Accademia di Scienze Cappellini nella stessa città. Sono gli anni del boom economico e di un grande rinnovamento generazionale e con entusiasmo accetta la candidatura e poi l’elezione a sindaco del comune di Casola In Lunigiana, per il quale si impegna realizzando strade, edifici scolastici ed un primo “deposito archeologico” dove cominciare a raccogliere i reperti archeologici, incluse le statue stele, che iniziano ad essere recuperati nella zona. La cittadinanza lo rielegge sindaco per venti anni (fino al 1980). Negli anni della sua maturità è sempre più chiara in lui la consapevolezza che è necessario diffondere fra gli abitanti una cultura del territorio, valorizzando quanto perviene dal passato, in una stretta collaborazione fra organismi culturali e istituzioni che cooperino per un comune progetto di sviluppo dell’area. C’è un grande fermento culturale in tutta la Lunigiana,  nascono le sezioni Ligure e Toscana dell’Istituto Italiano dei Castelli, di cui sarà vicepresidente per quasi venti anni fino al 1994, progetta il museo del castello Malaspina di Massa (1973) e realizza poi il museo delle Statue Stele di Pontremoli (1975) dove raduna queste straordinarie testimonianze del passato e, con le sue pubblicazioni e congressi scientifici, inizia a farle conoscere a studiosi italiani e stranieri.

Nel 1976 fonda e diviene Direttore dell’Istituto Lunigianese dei Castelli che ha il compito di valorizzare i castelli ed i beni culturali della Lunigiana e si prodiga, sempre in prima persona, per promuovere la conoscenza di questi monumenti e del loro inserimento nella vita del territorio attraverso visite guidate, corsi di formazione per insegnanti, concorsi per i ragazzi delle scuole ed eventi per il grande pubblico. È quasi sempre “regista” di questi progetti, ma volentieri veste i panni della guida o del docente; un borsone con le sue macchine fotografiche lo accompagna sempre ovunque per scovare le potenzialità di vecchi borghi e fortificazioni ben conscio che la loro valorizzazione può divenire fonte di ricchezza per tutta l’area. Saranno numerosi i castelli che, a seguito della sua attività di promozione e tutela riceveranno un dignitoso restauro. Ma anche le tradizioni folkloristiche e del passato sono momenti importanti da mettere in evidenza, ed ecco che, in un’attività di squadra con istituzioni di promozione turistica, nascono i primi eventi per presentare il territorio ai turisti italiani e ai primi stranieri che vengono a conoscere questa zona, così lontana dalle celebri Firenze e Siena. Gli anni passano veloci ma non lo spaventano, anzi, per decenni si divide fra i borghi in provincia di Massa Carrara e la Biblioteca Civica della Spezia dove, entrato con un concorso molti anni prima, come vicedirettore è comunque un riferimento fondamentale della cultura cittadina. È un instancabile, guidato da una grande passione, ma anche molto concreto; ben consapevole, ad esempio, che il fenomeno delle Statue Stele, così ampio per un territorio così piccolo, deve essere conosciuto, non solo dagli esperti, che comunque vengono da tutto il continente europeo per studiarle, ma anche dal grande pubblico. Il suo animo di divulgatore lo porta così ad accettare sempre con grande disponibilità interviste e partecipazioni a trasmissioni televisive e a scrivere articoli dedicati per le più grandi testate italiane.

Il ticchettio della sua macchina da scrivere, quella portatile lo segue anche in vacanza, è sicuramente un suono familiare e un ricordo indelebile per noi della famiglia; anche negli ultimi anni della sua vita di ultra ottantenne, quando, con una mente ancora lucidissima e partecipativa alla vita pubblica, continua a preparare le sue pubblicazioni scientifiche e non, guardando con occhi curiosi e desiderosi di apprendere i primi computer che si affacciano sui mercati: la possibilità di scrivere qualcosa ed eventualmente di cancellarlo e scriverlo in modo diverso in pochi secondi è qualcosa di veramente stupefacente.

Nella sua vita, spesa interamente con entusiasmo e passione nella valorizzazione della sua terra, ha ricevuto prestigiosi attestati onorifici: è Cavaliere Ufficiale della Repubblica Italiana, riceve la cittadinanza onoraria di Pontremoli e di Aulla oltre a numerosi targhe e riconoscimenti che gli vengono conferiti da vari enti e associazioni. Con un carattere schivo e dotato di grande umiltà, riesce a stabilire una relazione con chiunque entra in contatto con lui e ad affascinare con un carisma di cui forse non è neanche molto consapevole, che ci è stato testimoniato da molte persone, inclusi i molti giovani studiosi che negli anni della sua vecchiaia e dopo la sua morte nel 2003 hanno portato avanti, nel solco tracciato da lui, la valorizzazione della Lunigiana. Concludiamo con un pensiero dedicato al mondo che internet ha spalancato a tutti: chissà, forse solo pochi anni dopo, se ne avesse avuto la possibilità, lui che è stato un innovatore tutta la vita, avrebbe certamente contribuito a far conoscere la sua Lunigiana al mondo intero!

 Alma e Lucia Ambrosi