La leggenda è cominciata prima della guerra, prima del 1940, diciamo dopo dieci anni che a Bergiola è venuto il terremoto e è stata abbandonata nel 1920, e dopo tanti anni in questa selva quassù, hanno cominciato ad avvistare questi serpenti, anche grossi, che nel paese abbandonato avevano trovato rifugio d’inverno per vivere tranquilli e sicuri, forse più di uno, tre potrebbero esserci benissimo. Il primo è stato mio nonno, Martini Agostino, che gli ha dato il soprannome (Devasto). Uno l’ha visto al cimitero, era un serpente grossissimo, un altro l’ha visto a Bergiola, lì, che di giorno andava a dormire a Bergiola, nel paese abbandonato e di notte veniva giù al cimitero per mangiare i morti. Infatti c’erano delle buche a quel tempo lì nel cimitero che si aprivano per andare giù e per metterci i morti.

Da quel tempo lì han cominciato a vederlo. Il primo è stato Spinetti Settimo che diceva: -Ma guarda un po’… voglio vedere questo serpente, se posso prenderlo- Allora è andato su con il fucile a pallettoni doppio zero, come erano una volta e infatti l’ha visto sulle mura, al sole. Lui era a sette otto metri di distanza, davanti alla chiesetta che ora abbiano restaurato e gli ha sparato un colpo e allora questo serpente si è alzato su, un mezzo metro e ha detto che era una cosa enorme! E poi quando era in piedi, alto circa sessanta centimetri, gli ha sparato un altro colpo e così si è alzato anche di più per vedere e si avviava per scendere giù dal muro. Lui allora è venuto a casa e il serpente l’ha lasciato lì. Questo è stato quello che ha detto lui a me prima di morire e poi l’ha detto anche ai suoi figlioli.

Poi, nel dopoguerra, è stato avvistato prima da Menchi Luigi, che gli si era fermato un asino carico e non voleva andare avanti per niente. Allora è andato a vedere come mai e c’era questo serpente in mezzo alla strada. L’asino invece che andare avanti, veniva indietro e a quel punto lì è scappato e ha detto che il serpente era enorme, diceva che era più grosso della sua gamba.

Dopo, invece, nel ’65, mentre il fatto di prima era nel ‘40-‘42, è stato visto da Ottolini, un po’ più distante da Bergiola, a un chilometro e mezzo. Lui faceva il boscaiolo, aveva tagliato quattro piante di cerro, avevano dei tronchi grossi almeno venti centimetri, poi si è messo a mangiare lì insieme a suo cognato a pochi metri e qundo va per ricominciare a lavorare, in mezzo a questi… tronchi, per terra, c’era un serpente grosso come loro, grosso come questi tronchi.

Il serpente quando l’ha visto, l’ha guardato, si è girato e è partito in discesa che smuoveva dei sassi, anche grossi perché c’era tutta una pietraia lì e spostava quei sassi che rotolavano insieme a lui da tutte le parti fino al canale. Poi è tornato indietro a chiamare quelli che erano insieme a lui, spaventato, ma ormai se ne era già andato.

L’ultimo che l’ha visto è stato Castelli di Piazza, che faceva il rappresentante. Scendeva giù da Minucciano ed era sotto Bergiola, quando ha visto scendere un affare grosso almeno tre metri! Ha bloccato la macchina, è sceso giù e gli è passato davanti, a un metro e poi è andato via. Dopo quest’uomo è arrivato giù in negozio dove c’era anche mia moglie e ha cominciato a parlare balbettando e prima un po’ balbettava, ma poi dopo non parlava proprio più, era bianco come un morto! Allora vado a cercare dell’acqua in casa, così lui ha bevuto e poi quando si è ripreso ci ha raccontato.

Per ultimo ha detto che l’ha visto Franceschini Armenio, proprio lì, a cinquecento metri da Bergiola. Era per funghi, quando l’ha visto lì che si è alzato, ha detto, circa di mezzo metro, con la bocca aperta, che era minimo dieci centimetri, ma forse era anche quindici centimetri di diametro. E’ scappato di corsa per venire a casa. Quando è arrivato a Bergiola, c’era l’Angelitta, che ora è morta, e gli è passato davanti a corsa, a quattro o cinque metri, ma lui non l’ha neanche vista. Allora lei gli ha chiesto: -Armenio, ma cosa ti succede che scappi così in questo modo?- E lui gli ha risposto –Angelitta, se aveste visto quello che ho visto io, non scappavate ma sareste morta!- Questo era successo nel 1970 circa.