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Per la prima volta in italiano: Achmet, L’interpretazione dei sogni

Lo Specchio Sincronico: Un’Analisi Antropologica dell’Oneirocritica di Achmes (Capitoli 1-31)

Riassunto audio breve del contenuto della traduzione.

Presentiamo qui un’analisi dei primi 31 capitoli dell’opera “Achmes, Interpretazione dei sogni” , nella traduzione curata da Alberto Borghini ed Enrico Medda. Questo testo, un oneirocriticon (manuale di interpretazione dei sogni), rappresenta una fonte di straordinario valore antropologico, non solo per il suo contenuto, ma soprattutto per la sua metodologia comparativa esplicita.

Come dichiarato nel prologo l’autore ha raccolto e sintetizzato la sapienza onirica di tre distinte tradizioni: quella degli Indiani, quella dei Persiani e quella degli Egiziani. Lo scopo dichiarato era permettere al suo “signore” di “apprenda il vero” confrontando le diverse soluzioni proposte per lo stesso sogno. Il risultato è un documento che ci offre uno spaccato unico delle diverse cornici culturali e dei sistemi di valori che governavano queste società.


Le Tre Scuole di Pensiero: Filoni Teologici e Pragmatici

L’opera struttura la sua autorità su tre figure di interpreti “fondatori”, ognuno rappresentante della propria tradizione:

  • Gli Indiani (Syrbacham): L’interprete del re indiano, Syrbacham, inquadra l’interpretazione dei sogni come una “grandissima sapienza, profezia” di origine divina. Questa visione è fortemente tinta di un sincretismo che utilizza riferimenti biblici, citando i Vangeli, Giuseppe e Daniele. L’aspetto antropologicamente più rilevante della dottrina indiana è la sua enfasi sulla relatività sociale dell’interpretazione: non esiste un’unica soluzione Il significato di un sogno cambia radicalmente in base allo status del sognatore (re, capi, ricchi, poveri, mendicanti), al suo genere (uomini o donne) e persino alla stagione (estate o inverno). L’interprete deve essere “prudente, molto istruito e sempre timorato di Dio”
  • I Persiani (Baram): L’interprete del re persiano Saanisan, Baram, presenta un approccio più pragmatico e quasi scientifico Egli pone la sua arte in diretto contrasto con l’astronomia, che critica aspramente come “faticosa, spesso errata, penosa e molto complessa”. L’interpretazione dei sogni, al contrario, permette di conoscere il futuro (vita, morte, ricchezza, salute) con “minor fatica” e, secondo lui, “non è affatto dubbia”.
  • Gli Egiziani (Tarfan): L’interprete del Faraone, Tarfan, fonda la sua autorità sulla tradizione e sulla stretta relazione tra il sovrano e il divino. Il Faraone aveva “molte e continue visioni” proprio grazie al suo “molto amore per gli dei”. Tarfan presenta quindi la sua come una sapienza ereditata dagli “antichi interpreti dei faraoni”.

Lo Status Sociale Riflesso nei Sogni

L’opera di Achmes dimostra come i sogni fossero interpretati primariamente come indicatori di status sociale, potere e ricchezza. L’ansia sociale è onnipresente.

Il Corpo come Mappa del Potere: I Capelli

I capitoli 18-22, dedicati ai peli e ai capelli, sono emblematici. La crescita dei capelli è quasi sempre metafora di un aumento di potere o ricchezza, ma solo per chi già li possiede.

  • Per un re (Indiani): Capelli lunghi significano “più ricchezza, popolo e uomini in armi”.
  • Per un povero (Indiani): Gli stessi capelli lunghi significano “dolore e afflizione”.
  • Per un magistrato (Egiziani): Capelli lunghi portano “ancor più glorificato e amato”.
  • Per un uomo del popolo (Egiziani): Gli stessi capelli significano diventare “schiavo di un grande magistrato”.

Anche la perdita dei capelli è legata allo status. Tagliare i capelli per un re significa una diminuzione di ricchezza e armati ; per un povero, al contrario, significa “getterà via la sua afflizione”. La barba, simbolo di virilità e potere, segue la stessa logica: una barba folta per un re persiano significa che il suo “oro aumenterà”, mentre sognare di esserne privo (Egiziani) porta a “grande afflizione e in grande povertà”.

Achmes stesso fornisce due “interrogazioni” (casi di studio). Il secondo è particolarmente crudo: un dignitario sogna di perdere tutti i peli del corpo, tranne quelli delle “parti nascoste”. L’interprete (Achmes) svela che il sogno non era del messaggero ma di un “uomo molto potente” e che la soluzione era la perdita totale della sua ricchezza, ad eccezione delle “sue donne”, rivelando una visione della donna come proprietà al pari dei beni materiali.

Fede, Potere e Prossimità al Re

I capitoli 12, 13 e 14, dedicati alle diverse fedi, mostrano un contrasto culturale radicale.

  • Visione Indiana (Cap. 12): È una visione morale e teologica. Sognare di cambiare fede (da Cristiano a Ebreo o maomettano) significa essere “infedele e blasfemo” e andare “in rovina”36363636. Adorare idoli porta a calamità.
  • Visione Persiana (Cap. 13): È una visione gerarchica e politica. Adorare idoli non è un peccato, ma una metafora dei rapporti di potere. Sognare l’idolo del Sole significa aver “bisogno dell’aiuto del re” ; sognare l’idolo della Luna significa aver “bisogno dell’aiuto del primo ministro del re”.
  • Visione Egiziana (Cap. 14): È una visione cortigiana, focalizzata interamente sul Faraone. Adorare “dèi o idoli, o animali o alberi” porta “favore presso il Faraone e i suoi dignitari”. Il sogno non riflette la pietà, ma l’ambizione:
    • Adorare il trono del Faraone = diventare magistrato.
    • Portare la verga del Faraone = diventare primo consigliere.
    • Giacere con il Faraone = diventare il suo “Mistico”, il “primo a conoscere i suoi segreti nascosti”.

Giustizia Divina e Terrena

Anche i sogni sull’aldilà e la giustizia (Cap. 5-7 e 15-17) riflettono queste diverse impostazioni.

Sognare la resurrezione dei morti è universalmente positivo, ma con sfumature distintive:

  • Indiani: Significa giustizia morale; “nella resurrezione giudice giusto è il solo Dio”.
  • Persiani: Significa liberazione politica ed economica; “liberazione da catene” e fine della carestia.
  • Egiziani: Significa benessere sociale e personale; “cessazione di guerre”, ritorno dei parenti e “donne… partoriranno senza pericolo”.

Sognare i giudici o le bilance (Cap. 15) è, per gli Indiani, un rimando alla figura di Dio. La bilancia è il giudice, i piatti sono le sue orecchie e una bilancia rotta significa che il giudice è ingiusto o in pericolo di morte. Per gli Egiziani (Cap. 17), invece, diventare giudice è legato alla gestione delle “questioni finanziarie” del Faraone. Paradossalmente, sognare che il popolo sia “contento dei suoi giudizi” significa che il giudice “sarà odiato dal popolo”.


I primi 31 capitoli dell’opera di Achmes, nella traduzione di Borghini e Medda, si rivelano un testo di inestimabile ricchezza. Lungi dall’essere un semplice elenco di superstizioni, questo oneirocriticon agisce come uno specchio delle strutture sociali, delle ansie e dei valori delle culture che analizza. La metodologia comparativa di Achmes ci permette di osservare come le stesse immagini oniriche (capelli, idoli, giudici) vengano filtrate attraverso lenti culturali diverse: quella morale e teologica degli Indiani , quella gerarchica e politica dei Persiani , e quella cortigiana e pragmatica degli Egiziani.